venerdì 3 dicembre 2010

Congiunzioni nella lingua italiana




L’uso corretto delle congiunzioni è essenziale per collegare in modo corretto diversi elementi (due parole, aggettivi, ecc. o due proposizioni (clauses), oppure collegare diverse frasi, in modo logico.
 Questo collegamento può avere due funzioni, possono mettere insieme due proposizioni che hanno la stessa funzione (coordinazione), oppure mettere insieme due proposizioni in cui una dipende da un’altra (subordinazione).
 Le congiunzioni coordinative si usano per connettere due elementi che non sono indipendenti tra loro. Esse si categorizzano in:
Copulative: (accoppiare, unire) è il più semplice collegamento perché collega due proposizioni  dello stesso valore: la più comune è la congiunzione e, altre sono: anche, pure, eppure, né, ecc.
Mariella va al cinema e Giovanni va a teatro
Non parlo mai, voglio palare
Disgiuntive: esprimono una separazione tra proposizioni – o, oppure, ovvero, ecc.
Vuoi un caffé o un cappuccino?
Avversative: esprimono una contrapposizione – ma, però, tuttavia, piuttosto, ecc.
Mariella è andata al cinema, ma è il film era scadente.
Dichiarative o esplicative: esprimono una dichiarazione o una spiegazione – cioè, infatti, ecc.
Mariella è un’amica, infatti mi aiuta sempre.
Conclusive: segnalano una conclusione o una conseguenza – dunque, quindi, ebbene, perciò, ecc.
ho studiato molto, quindi ho preso un buon voto.
Correlative: stabiliscono una relazione o corrispondenza tra due proposizioni – e…e, sia…che, né…né, o…o, non solo…ma anche
posso prendere sia un caffé che un cappuccino.
Le congiunzioni subordinative, invece, collegano due proposizioni, una delle quali è subordinata all’altra, cioè dipende dall’altra, la quale si identifica come reggente. Le più comuni sono:
dichiarative, introducono una dichiarazione, che, come, ecc.
afferma che non ha visto niente
condizionali, indicano una condizione, senza la quale il fatto espresse nella principale non può avverarsi, se, purché, qualora, a condizione che, nel caso se, ecc.
Se fossi in te, agirei diversamente
Nel caso che ci vai, comportati bene
Causali, indicano una causa, una ragione, un motivo, perché, visto che.
Non è venuto perché si sentiva poco bene
Siccome è tardi, prenderò un tassì
Finali, indicano il fine per il quale il fatto tende a realizzarsi, affinché, perché, acciocché.
Ho dato queste istruzioni affinché possiate completare i lavoro.
Parlo a voce alta perché tutti mi possano sentire.
Concessive, indicano una concessione, negando nello stesso tempo la conseguenza, benché, seppure, sebbene, malgrado, ecc.
Benché fosse giugno, faceva freddo
Quantunque avessimo camminato molto, non eravamo stanchi
Consecutive, indicano la conseguenza di quello che è stato detto nella principale, così… che, a tal punto, talmente che, ecc.
Aveva così fame che finì di mangiare in pochi minuti
Ero stanco al punto che non mi reggevo in piedi
Temporali, indicano una circostanza di tempo, quando, prima, dopo, finché, ogni volta.
Quando l’ho visto gli sono corso incontro
Dobbiamo prendere una decisione prima che sia troppo tardi.
Comparative, stabiliscono tre tipi di comparazioni, maggioranza, più…di, più che; minoranza, meno…di, meno…che; uguaglianza, tanto…quanto, così…come.
Non è così furbo come credevo
Marisa è più intelligente di Giovanna
Modali, indicano una circostanza di modo, come, come se, quasi.
Fa’ come se fossi a casa tua
Urlava come se fosse impazzito
Avversative, introducono una contrapposizione, quando, mentre, ecc.
Lo ha fatto in fretta, mentre doveva farlo lentamente.
Esclusive, esprimono un’eccezione, un’esclusione, una limitazione a quello che si afferma nella principale, tranne che, fuorché, eccetto che, salve che, senza che, ecc.
Non fa niente tutto il giorno fuorché divertirsi
Senza che ce ne accorgessimo, si è fatto tardi.

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